Saturday 20 September 2008

Bel paese?



Torno in Italia, più o meno, una volta all'anno, per un mese e qualcosa di più. E poi torno di nuovo alla base. Cosa ho trovato questa volta ? Molte cose ma su tutto l'immagine generale di un paese che fa fatica, che a volte sgomita, che spesso si deprime e che ogni tanto si illumina. Spiace e vi assicuro che non ho voglia di fare "quello che sta fuori e critica". E allora meglio mandare delle foto mentali, immagini che mi hanno colpito, carrellata senza ordine e parte. I militari, pochi e sostanzialmente inutili, per strada a Milano. Milano che torna al lavoro sempre più incazzata. I treni che costano tanto, l'Alitalia in crisi, i liberi professionisti che liberi proprio non sono perché è difficile esserlo se non arrivi a fine mese. La riforma della scuola della Gelmini e Veltroni che guida la riscossa dell'opposizione dai caffè di New York. Le sprangate ad Abdoul, milanese ma troppo negro per farla franca. Un partito che non c'è più, altri che forse non ci saranno mai. Ma anche molto cinema. Impossibile, quando ti abitui a vederlo in lingua originale, sopportare il doppiaggio. E allora molta Italia. "Gomorra", bellissimo e senza fronzoli. "Un giorno perfetto", che forse si poteva anche saltare. "Il Divo", secondo me un vero capolavoro. "Il papà di Giovanna", pulito anche se non vola. "La terra degli uomini rossi", di Marco Bechis, bello anche se fa specie sentire gli indios guarani con accento romano. Ho visto torri grandi grandi, centri commerciali pieni pieni, nuovi Suv sfrecciare su strade piene di buche. Ma anche il favoloso mare della Sardegna, il suo entroterra e il suo cielo. La Bologna "organizzata" del kaiser Cofferati, con i bar del Praletto dove per ordinanza del sindaco non si può stare per strada dopo le dieci di sera (!). Ho aspettato, assieme a un ragazzo albanese e una peruviana, per un'ora un tram che non arriva, perché in Brianza se usi i mezzi sei uno sfigato. Ho faticato a trovare una biro nel centro di Milano, e guai a parlare di un internet point, e allora mi sono detto che Buenos Aires è molto più avanti. E poi gli amici di ieri, che lo sono ancora oggi. Ma anche molti che dal bel paese se ne vanno. A malincuore, ma se ne vanno. Perché con l'università non si vive, perché gli affitti son cari, perché il lavoro fisso è un miraggio. Ho mangiato, come sempre ho mangiato bene e questo varrebbe da solo il viaggio. Assieme alle montagne e a tante altre cose, perchè fa sempre piacere tornare. Mi sono accorto che sono riuscito a non parlare del presidente del consiglio. Meglio così, no ?

2 comments:

Anonymous said...

Non c'era bisogno che ne parlassi perché è immanente, il pdc. Il quadro che hai fatto è perfetto. E' da qualche anno che vado ripetendo che Buenos Aires, che non è certo il paradiso, è più avanti. Saluti e buon lavoro!

La Flaca Benelli said...

Mi sono permessa di pubblicare questo post in Facebook.